Natale a Ikonda
Come sarà il Natale a Ikonda? Con i bambini del reparto di pediatria e con tutti gli ammalati dell’ospedale. Tutto intorno ci sarà aria di festa e le melodie natalizie africane si fonderanno con l’immagine di Gesù Bambino che nasce povero e con le stelle che brillano.
Le stelle. Qui brillano naturalmente: non c’e’ bisogno di luminarie o di stelle che si accendono a intermittenza.
Il Presepe. Qui non si fatica a fare il presepe vivente: ogni villaggio, ogni raggruppamento di capanne è un facsimile di Betlemme e ogni capanna assomiglia alla capanna dove Gesù è nato.
E l’albero? A Ikonda, sulle montagne di Livingstone, ci sono tantissimi alberi, ma non ci si cura tanto dell’albero di Natale.
Ciò che conta davvero è il presepe; inoltre non deve mai mancare la farina di mais vicino a Gesù Bambino. E’ la tradizione e l’usanza. Infatti quando un bambino nasce bisogna portargli un poco di farina, una fascina di legna e un secchio d’acqua, perché la mamma non potrà in quei giorni fare tanta fatica nei lavori domestici.
E i regali? Nessun computer, videogiochi, panettoni, zamponi o cesti farciti di dolci e bottiglie… Ai bambini dell’ospedale, agli ammalati, ai bambini degli infermieri cosa daremo? Non ci sarà bisogno di girare per settimane nei negozi o nei supermercati…
Basterà aprire il container in arrivo dall’Italia con vestitini, scarpine, magliette, dolci ecc…
Gli Angeli. Qui ci tengono molto a raffigurarli e a imitarli. Qui volano tutti molto in basso. L’Africa è il luogo in cui si possono trovare molti angeli: sono missionari, sacerdoti e suore, donne e uomini di associazioni che lavorano ogni giorno silenziosamente per contrastare la povertà, la fame, le malattie, l’AIDS… Mi domando: “E l’Europa, l’Italia? Là non ci sono più angeli?” Ce ne sono tantissimi! Ma spesso restano offuscati dalle troppe luci di Natale.
L’angelo è dentro di noi. Basta poco per farlo volare e cantare. Basta prestargli la nostra voce e i sentimenti migliori che ognuno di noi si porta dentro.
Gli aiuti che riceviamo a favore dei nostri poveri ammalati sono un segno tangibile della continua benedizione di Dio, della sua bontà e del suo interessamento agli ultimi della terra. Ci ricordano le parole degli angeli che a Betlemme cantano:
… “e pace in terra agli uomini di buona volontà”.
Cantiamo senza paura con loro e faremo non solo un bel coro, ma un bellissimo Natale.